ANTONIO CASANOVA VINCE LA SFIDA CON LA CASCATA

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“Quando ero piccolo sono caduto da una barca, e da allora ho sempre avuto il terrore dell’acqua. E’ stato importante superare questa paura, mettendosi alla prova”.

Antonio Casanova ci ha riprovato, e questa volta ce l’ha fatta. Ieri sera il mago di Striscia la notizia è tornato alla Cascata delle Marmore per ripetere l’impresa tanto inseguita da Houdini e già tentata dal giovane prestigiatore lo scorso 31 ottobre.

Quella volta il maltempo lo aveva fermato; questa volta no. Perché la pioggia è tornata, puntuale come una maledizione, a rovinare il delicato esperimento, ma ieri Casanova ha deciso di andare fino in fondo ed è riuscito ad uscire incolume dalla cassa in cui si era fatto rinchiudere prima di precipitare nel vortice d’acqua, in una prova memorabile che sarà trasmessa questa sera dal tg satirico di Antonio Ricci.

“La cosa più bella – commenta Antonio, stanco e soddisfatto – e aver riconosciuto alcuni ragazzi che avevano assistito allo spettacolo che ho fatto per i bambini dell’ospedale di Terni, qualche tempo dopo”.

Che emozioni ti porti dietro?


“Pathos fino in fondo, e sono curioso di rivedere registrazione, perché credo che abbia reso molto, sia dal vivo che in televisione: gli spettatori mi hanno visto fino all’ultimo secondo dentro la cassa sospesa nel vuoto, e poi sano e salvo, dopo che era precipitata nella Cascata. Tutto è accaduto in pochi istanti, ed è meraviglioso, perché incarna una cosa spettacolare e prodigiosa”.

Una bella soddisfazione, dopo due tentativi.

“Qualcuno ha detto che non sono le volte in cui vinci che contano, ma quelle in cui riesci a non andare al tappeto. E’ sempre importante imparare dalle proprie sconfitte”.

Hai avuto paura?

“No, ero molto tranquillo. Anche perché domenica sono tornato da un viaggio in America in cui ho incontrato i costruttori, e con cui abbiamo chiarito ogni dettaglio. L’ho affrontata come una cosa che doveva andare bene. E’ importante affrontare anche i momenti duri con il sorriso”.

La sensazione più forte, dentro quella cassa?

“C’è stato un periodo in cui suonavo musica classica, in giro per l’Italia e la Germania. Quando il concerto finiva io ricordavo quando avevo messo le mani sul piano e quando le avevo tolte, ma non quello che era successo in quell’ora e mezza. Mi succede oggi quando faccio queste cose: l’emozione cancella  la memoria”.

Stai già pensando a nuove imprese?

“Sì, progetto qualcosa per il 31 ottobre, perché ormai è diventata una data che identifico con il prodigio e l’incanto. Non voglio fare necessariamente cose pericolose, ma voglio vedere la meraviglia negli occhi della gente".
 
E’ difficile fare il mago in televisione nell’era degli effetti speciali?
 
"Dicono che la tv smussi molto. Quando i pescatori del laghetto dove ho fatto uno dei miei esperimenti mi hanno visto corere sull’acqua, sono rimasti davvero esterrefatti".
 
Un sogno nel cassetto?
 
"Un musical fatto di musica e magia, che combini diverse forme artisitche: Marinaio degli oceani di meraviglia. Ci sitamo lavorando con Claudio Baglioni e prima o poi lo metteremo in scena”. 
 
Un progetto difficile da realizzare?
 
"E’ difficile portare la gente a teatro. Ormai la televisione è la forma di spettacolo dominante. Ma ci stiamolavorando, abbiamo scritto una cosa e siamo vicini al concretizzarla. Baglioni è lento, ma fa cose grandi. Per realizzare questo progetto ho rinunciato a diverse proposte, come quelal di fare Romero e Giulietta e i musical di Riccardo Cocciante".

Con Striscia la notizia hai avuto un rapporto molto strano. Prima di prendevano in giro, adesso sei membro del cast.
 
“Grazie ad un genio come Antonio Ricci sono diventato da oggetto a soggetto. Ricci  mi ha insegnato l’autorionia, ma mi ha insegnato anche a superare la classicità, a capire che bisogna dare uno stile nuovo a questo lavoro. Grazie a lui oggi mi torvo in una condizione di lusso".
 
Ti rivedremo a Terni?
 
“Assolutamente sì, voglio tornare ad esibirmi per i bambini dell’ospedale e delle comunità. Ultiamemnte sono stato scelto come testimonial per “Missione sogni”, un’associazione che cerca di avverare i sogni di bambini malati terminali".
 
In che cosa consiste questo progetto?
 
"Con loro ho iniziato a girare gli sopedali per insegnare i giochi di prestigio ai bambini malati. Non puoi immaginare cosa significhi per un disabile riuscire a fare cose una persona normale non può fare.  Ha dei rimbalzi psicologici grandissimi e addirittura dei progressi. Addirittura una bambina malata di tumore grazie a questo tipo di terapia ha fatto dei progressi".
 
(pubblicata in versione ridotta in Il Giornale dell’Umbria di mercoledì 9 aprile 2008)


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